di Doriano Dal Cengio - Francesco Benelli
Siamo abituati a pensare all’ipnosi come ad uno stato alterato di coscienza in cui si verifica un affievolimento della vigilanza mentale che può essere indotto secondo determinate procedure dall’esterno (ipnotista) oppure autoindotto (autoipnosi), con la “caduta” in una sorta di sonno (trance ipnotica) caratterizzata da perdita di coscienza e analgesia generalizzata.